Un incidente più frequente di quanto si pensi
Ci capita spesso di ricevere telefonate preoccupate di mamme e papà che non sanno cosa fare dopo una brutta caduta del proprio bimbo. Non è raro, infatti, che giocando, correndo o arrampicandosi, i nostri bambini cadano e che possano causarsi dei piccoli o grandi traumi ai denti. Basti pensare che un bambino su tre ha subito un trauma dentale durante attività sportive o ludiche.
Gli incisivi superiori sono i denti più a rischio per questo tipo di traumi. Può bastare uno scontro violento o una caduta dalla bicicletta perché un dente si spezzi, si sposti o addirittura cada.
Abbiamo pensato quindi, seguendo le Linee Guida Nazionali per la prevenzione e la gestione clinica dei traumi dentali negli individui in età evolutiva, di tracciare una piccola guida su come comportarsi di fronte ad eventi di questo tipo, per non farsi cogliere alla sprovvista.
La prima cosa da fare è non perdere la calma e mostrarsi rassicuranti col bambino, che può essere molto spaventato.
Se il trauma coinvolge un dente da latte
Dobbiamo distinguere due diverse casistiche: il trauma nei denti da latte e il trauma nei denti permanenti.
Nel caso dei denti da latte è importante sapere che un trauma non sempre compromette il corretto sviluppo della dentatura definitiva, soprattutto se si interviene correttamente e tempestivamente.
Bisogna innanzitutto tamponare con delle garze in presenza di sanguinamento e applicare del ghiaccio sulla gengiva per alleviare il dolore.
Se il dente da latte si è spostato
Se a causa dell’urto il dente si è spostato (lussazione) il consiglio è di consultare l’odontoiatra di fiducia, non di rado basterà una sua piccola manovra per raddrizzare il dente.
Se il dente, invece, è sceso dalla gengiva, portare il bimbo dall’odontoiatra diventa già più urgente: sarà lui a valutare l’entità del trauma e la necessità o meno di aspingere il dente verso la gengiva per riposizionarlo.
Lo stesso vale nel caso in cui il dente con la caduta sia rientrato tutto o in parte nella gengiva. Nella maggior parte di questi casi il dentino tornerà nella sua posizione autonomamente, in altri sarà necessaria l’estrazione.
Se il dente da latte è caduto
Quando purtroppo il trauma provoca la caduta del dentino, basterà disinfettare la gengiva, alleviare il dolore e poi aspettare la comparsa del dente definitivo.
Se il dente da latte si è spezzato
C’è, infine, il caso del dente che si spezza o si rompe. L’importante di fronte a questa eventualità è recuperare il pezzettino di dente che si è staccato e conservarlo in un bicchiere di latte, soluzione fisiologica o meglio ancora saliva, perché non si disidrati e portare il prima possibile il bimbo dall’odontoiatra. Non sempre è possibile riattaccare il pezzettino di dente perduto, ma la sua corretta conservazione e il tempo trascorso dal trauma all’intervento dello specialista giocano un ruolo fondamentale.
Nelle settimane successive all’incidente può anche capitare che il dente spezzato o traumatizzato si annerisca, perché ha una lesione nel nervo o nei vasi sanguigni alla sua radice. Niente di preoccupante: il dentino potrà rimanere al suo posto per consentire il corretto sviluppo del suo corrispettivo definitivo. Se invece insieme all’annerimento compare un’infiammazione e poi un ascesso l’odontoiatra dovrà procedere all’estrazione.
Se il trauma coinvolge un dente permanente
Quando a rompersi o a cadere è un dente definitivo bisogna prestare attenzione ad alcune piccole azioni che possono essere fondamentali per l’intervento migliore dell’odontoiatra.
Se il dente definitivo si è rotto
Nel caso di rottura del dente, il consiglio è di cercare il pezzettino di dente, conservarlo in un bicchiere di saliva, soluzione fisiologica o latte, e correre il prima possibile dall’odontoiatra. A seconda del tempo trascorso dal trauma all’intervento dell’odontoiatra questi valuterà se è possibile riattaccare il dente semplicemente, o farlo affiancando delle terapie di endodonzia (trattamento canalare delle radici del dente).
Se il dente definitivo è caduto
Quando, invece, ci si trova di fronte all’avulsione del dente, ovvero la sua vera e propria caduta, la cosa urgente è recuperare il dente tenendolo dalla corona (e non dalle radici), sciacquarlo leggermente sotto l’acqua fredda e provare subito a riposizionare il dente nella bocca del bambino, facendo esercitare una piccola pressione con una garza tra i denti.
Il reimpianto immediato è fondamentale per l’intervento poi dell’odontoiatra, che effettuerà lo splintaggio, ovvero bloccherà il dente con un filo d’acciaio e se necessario un po’ di composito per fissare il dente nella sua corretta posizione.
Se il dente definitivo si è spostato
Un’altra possibilità è che il dente non cada, ma si sposti. Siamo di fronte alla lussazione. Quando la lussazione è estrusiva il dente si sposta scendendo verso il basso, appare infatti allungato rispetto agli altri. La soluzione è di correre dall’odontoiatra perché lo riposizioni.
Se la lussazione è, invece, intrusiva, il dente appare più corto, perché è in parte rientrato nella gengiva. L’odontoiatra collocherà un apparecchio ortodontico per farlo tornare alla sua posizione corretta.
Quando, infine, la lussazione è linguale il dente si è spostato verso l’interno della bocca, verso il palato. In questo caso il consiglio è di provare subito a spostarlo con le dita per rimetterlo in posizione dritta. Sarà comunque il caso di fare dare un’occhiata all’odontoiatra quanto prima perché verifichi che il dente sia posizionato correttamente.
Ricostruire o no i denti dei bambini?
La ricostruzione dei denti dei bambini è una buona soluzione, ma non sempre la migliore.
Nel caso dei denti da latte la priorità è salvaguardare la corretta crescita del dente permanente, non l’estetica di quello da latte, quindi la ricostruzione è consigliata solo se la frattura è lontana dalla radice del dente lesionato. La parte ricostruita cadrà così insieme al resto del dente quando sarà il momento.
Nel caso di denti definitivi, invece, la ricostruzione è quasi sempre possibile ed è da preferire a faccette o corone dentali, almeno fino ai 16 anni d’età, perché queste potrebbero interferire con lo sviluppo delle arcate dentali del bambino che è ancora in corso.
Come sempre prevenire è meglio che curare
Evitare traumi di questo tipo purtroppo non è sempre possibile. Ci sono però delle piccole accortezze che ci permettono di proteggere i nostri bambini il più possibile. Ci sono due età in particolare che sono più critiche per i traumi di questo tipo: da 1 a 3 anni perché la deambulazione è ancora incerta, da 8 a 10 anni perché i bambini iniziano a giocare più spesso fuori casa e a praticare sport di gruppo.
Saper respirare bene
In particolare, i bimbi che non respirano bene con il naso e tengono le labbra aperte hanno spesso i denti sporgenti e ciò comporta un rischio maggiore di lesioni traumatiche. Insegnare ai bambini a tenere pulito il naso e le labbra chiuse sono un ottimo sistema per diminuire i traumi dentali.
Possiamo insegnare loro anche a cadere nel modo giusto, mettendo le mani avanti per proteggere il viso o girando di lato testa e spalle.
Intervenire con l’ortodonzia intercettiva
Di fronte ai denti sporgenti poi è utile valutare insieme al pedodontista se e quando intervenire con l’ortodonzia intercettiva, che sfrutta il particolare arco temporale della crescita del bambino per ottimizzare il tempo e raggiungere obiettivi altrimenti più complessi se rimandati all’età della pubertà, oltre a permettere di sfruttare la presenza della dentatura mista.
Proteggersi con casco e paradenti
Possiamo poi evitare di far praticare sport di contatto (pattinaggio, skateboard, equitazione, BMX) o se li praticano farglielo fare indossando il casco con mentoniera e i paradenti.
Potrà sembrare anche banale, ma allacciare sempre la cintura o il seggiolino quando il bambino viaggia in macchina è un’altra accortezza fondamentale e spesso sottovalutata. Gli incidenti stradali sono una delle maggiori cause di perdita dei denti.
Una brutta frenata può costare molto cara.